- Mamma, cosa si
prova quando si incontra la persona giusta?- arrivò così placida e
diretta la domanda di mia figlia e in un attimo mi resi conto che non
era più una bambina. Dovevo immaginarmelo a quattordici anni ma per
una mamma è sempre una cosa dura. Dopo quei trenta secondi in cui
capii tutto ciò, cominciai a pensare a come risponderle mentre lei
continuava a fissarmi interrogativa. Poi un lampo rischiarò la mia
mente confusa di mamma:
- Avevo un anno più
di te ed era il diciotto maggio. Chiusi gli occhi per concentrare
tutte le mie attenzioni sulle labbra. Le sentivo vibrare leggermente,
in preda ad uno stato di subbuglio che mi partiva dal cuore. Era
tutto così strano, così tremendamente bello e strano. Aveva
appoggiato dolcemente la sua bocca sulla mia mentre le nostre dita si
incrociavano. Sentivo il calore delle sue labbra che mi riempiva
dolcemente, sentivo ogni minimo particolare di quella sua parte del
corpo. Era esattamente come lo immaginavo, come lo avevo visto in
tutti quei telefilm americani. Mi sentivo proprio tre metri sopra
il cielo.
-
Mamma, ma non stai parlando
di papà?-
-
No!- le risposi sorridendo, ancora presa da quell’immagine di
tanti anni prima.- La storia con papà la conosci e questa è quella
che più si avvicina a quello che tu stai vivendo con Gabriele.
Le
guance di Melissa si fecero rosse: - Tu come fai a saperlo?- mi
chiese.
-
Una mamma sa sempre tutto!- risposi facendole l’occhiolino.-
Goditi amore questo momento, quando senti le gambe tremare appena lo
vedi o quando corri perché ti è arrivato un sms e speri sia suo, e
se lo è sorridi con ogni parte di te. È
un momento bellissimo
ma non sciuparlo, non avere fretta di diventare grande, ok? Ogni
parte del tuo corpo vale tantissimo e chi hai davanti non la deve
chiedere, se la deve meritare.
-
Mamma, da quando fai discorsi così?- Melissa sembrava capire e anche
no, effettivamente di solito ero poco profetica e molto diretta.
-
Cavolo, sembro proprio la nonna!- ridemmo entrambe. Poi il suo
cellulare tintinnò, era arrivato un sms, non serviva che mi dicesse
chi fosse il mittente: i suoi occhi si illuminarono e la sua risata
divenne un sorriso stupendo, un misto tra l’idilliaco e
l’inebetito. Mi guardò, sorrisi e le dissi: -Vai!-
corse
in salotto e si rannicchiò sul divano digitando a pazza velocità
sulla tastiera touch del cellulare. Rideva da sola, cambiava
espressione ad ogni sms in arrivo, trasmetteva attraverso i suoi
occhi ogni emozione che le passava dentro.
Era così bello vedere in lei quell’amore così sincero, puro e
leggero dell’adolescenza, quello che quando finisce ti distrugge e
ti forma ma che comunque rimane per sempre fisso e indelebile nella
memoria. Continuai a guardarla finché non se ne accorse, sorrisi e
tornai ai miei lavori di casa un po’ più felice.
Nessun commento:
Posta un commento