giovedì 18 agosto 2016

Dove andremo a finire

Bum, pam, pin, ci crolla tutto sulla testa, è la fine, la nostra fine. Preghiamo, andiamo a pregare.
La chiesa è stata bombardata, non c'è più. Dio dove sei? Dove sei finito? Te ne sei andato anche Tu, impaurito da questi scoppi? Come puoi permettere questo? Come può la tua chiesa cadere? Non abbandonarci, non lasciarci qui, sotto le macerie di questo mondo. Dio abbiamo bisogno di te, possiamo solo affidarci a te. Dove sei? Neanche un altare da guardare, una croce su cui piangere, tutto distrutto dall'uomo...NO, dalle macchine, dagli aerei. Ecco l'uomo di oggi uccide, ma senza guardarti negli occhi, tutto avviene da lontano. Dove andremo a finire? L'uomo ha paura di guardare in faccia il suo nemico, perché lo sa che in fondo non è un nemico è solo un altro uomo; ha paura di affrontare gli occhi piangenti di un bambino, lo sguardo triste di una donna, non vuole vedere la paura nel volto dell'altro, la sua stessa paura. Dove andremo a finire? Uccideremo i nostri simili sempre da più lontano senza pensare a ciò che facciamo? Dio ferma tutto questo, blocca la mente dell'uomo, il libero arbitrio distruggerà la nostra terra, uomini simili si odieranno, ieri giocavano insieme e domani si uccideranno.

Sì...si uccideranno ma da lontano perché se gli occhi non vedono la coscienza può stare tranquilla come se non ci fosse nulla di sbagliato. Quinto comandamento: non uccidere. No, ma..in guerra è diverso, loro ci hanno attaccato, dobbiamo difenderci, dobbiamo difendere la nostra cultura, ma è la nostra cultura che cade sotto il peso di questa guerra, sotto il peso della morte, dei comandamenti che non si rispettano, della preghiera a Te, o Dio, che si vanifica tra le bombe. Oh Dio dove andremo a finire? Vivremo di paura, di chiusura, oh Dio, non ci guarderemo più negli occhi per non vedere il male che facciamo. Come questi aerei che bombardano dall'alto, che hanno distrutto la Tua casa e le nostre perché? Perché? Perché se non lo vedo non so quanto male ho fatto, se gli occhi non vedono, Dio, allora io non ho fatto nulla.

Riflessione su 15 anni

15 anni sono un'infinità di tempo eppure sono passati così velocemente. Una ragazzina si è persa nei meandri della vita diventando donna, i sorrisi talvolta sono diventate lacrime, quello che era un sogno si è tramutato in un incubo senza fine, che appare e scompare a fasi alterne. Eppure 15 anni danno tanto, formano tanto, cambiano tanto. Ricordi su ricordi che si accavallano e si sovrappongono, emozioni che fluttuano assieme nella loro diversità e sfociano tra ansia ed emozione in un volto un po' più tondo e più maturo. Un piccolo sorriso appare sulle labbra, come cambia la vita, prima hai un ruolo e poi il suo opposto, prima ridi e poi piangi, prima sei figlia e poi genitore, prima ascolti i consigli e poi ad un certo punto li dai. Quante emozioni quella sera e quante ieri sera. Stesso luogo, persone diverse, vite diverse. Quante amicizie cambiate ed altre rimaste, quanti pugni nello stomaco da chi credevi vicino, quante soddisfazione da una vita che a volte sembra essere sfuggita di mano ma che soprattutto non è quelle che allora volevo, nel bene e nel male. Quante scelte sbagliate e quante giuste in tutti questi anni? E chi sa come sarà fra altri 15, anzi mi chiedo come sarà fra 15 giorni, così vicini eppure così imprevedibili.