sabato 19 marzo 2016

Polpette di pollo senza lattosio e glutine

Avete scoperto di essere intolleranti a glutine e lattosio come me? È una palla,vero?beh stasera ho provato a fare delle polpette che potevo mangiare anche io! Ora,le dosi non sono proprio precise perché le ho fatte un po' a caso ma è facilissimo:
Ingredienti: 
Carne di pollo arrosto avanzata (circa 1/4 di pollo)
2 uova
100 gr di Stracchino di riso
Sale e pepe qb
Farina per celiaci

Tritate la carne finemente con il frullatore, mettetela in una ciotola, aggiungete le uova, il sale, il pepe e lo stracchino, mescolate finché l'impasto diventa omogeneo e si riescono a fare le polpette. Passatele nella farina per celiaci e friggetele in olio di oliva ( o quelle che usate di solito) per qualche minuto.
Sono piaciute anche a Maddalena e a Michele 
Buon appetito 
Queste sono quelle avanzate!

giovedì 17 marzo 2016

AUTO IN PANNE

Al tramonto l’auto lo abbandonò, tra le nevi di un paese diroccato in mezzo all’aquilano, lui solo tra il freddo e la notte che lentamente usciva dall’Appennino. La prima cosa che fece Franco fu prendere il telefono con la certezza del professionista a cui non si può dir di no: il segnale era assente, si trovava in un paese dimenticato da Dio e dagli uomini. La sicurezza dentro di lui cominciò a incrinarsi, alzando la leva del cofano, voleva provare a sistemarla da solo, ma lui di motori non ne sapeva nulla, lui era abituato a telefonare: con una telefonata sapeva risolvere qualsiasi problema in ogni parte del mondo, ma per il fai da te non aveva mai avuto né tempo né voglia.
“Maledetto viaggio di piacere!” pensò. Mirella aveva insistito tanto, voleva a tutti i costi fare un fine settimana in una SPA, per rilassarsi, diceva lei, e così dopo mesi e mesi Franco aveva accettato, ma lui sarebbe arrivato solo il venerdì in serata, perché prima aveva degli appuntamenti di lavoro.
Lì in quella strada deserta, ai piedi di un paese abbandonato, l’uomo d’affari aveva solo due possibilità: aspettare nell’auto fredda il passaggio di qualcuno oppure incamminarsi alla ricerca di un segno di vita che per ora non vedeva.
Decise di star lì fermo in attesa ma dopo mezz’ora non era cambiato nulla, tranne che la notte si era completamente impossessata della strada, solo la luna, alta in quel cielo freddo illuminava l’intorno. Franco scese dall’auto, prese da sotto il sedile il gilet e ringraziò la moglie che glielo aveva comprato e sistemato in auto, raccolse la ventiquattrore, chiuse l’auto e cominciò a vagare per quell’unica strada di fronte a sé.
La solitudine e il silenzio non facevano parte del suo essere, lui viaggiava tra appuntamenti di lavoro, intervallati da telefonate lunghissime, mail, messaggi: una vita sempre connessa e sempre organizzata nel dettaglio da Silvia, la sua segretaria. Mai un imprevisto, mai un momento di ritardo. Che strana sensazione essere improvvisamente solo con se stesso, cominciò a pensare alla settimana successiva, a tutto ciò che lo aspettava, ma dopo 20 minuti aveva già ripassato il suo planning ed era riuscito a incastrare anche una telefonata alla figlia a Londra e ora su cosa poteva concentrarsi? Dentro di lui sentì una stretta allo stomaco, una sorta di ansia che lo pervadeva: oltre al lavoro cosa aveva? Cosa sapeva di sua figlia Rebecca? Lavorava a Londra, in una galleria d’arte, ma oltre a ciò? Aveva forse un fidanzato? Viveva con qualcuno? Sì, sua moglie sapeva tutto, aveva delegato a lei il compito di badare alla figlia fin dalla nascita, quante cose aveva perso. Lui non c’era mai, era in viaggio di lavoro, a una riunione importante e lì in quella solitudine capiva che non poteva pensare a sua figlia perchè la conosceva meno della sua segretaria. La stretta allo stomaco peggiorò e decise di cambiare pensieri, si concentrò su sua moglie: Mirella, era una parte di lui, fuori dall’ufficio era lei a far sì che tutto fosse sempre perfetto: la casa, le uscite ufficiali e quelle con gli amici, le cene, gli abiti. Tutto sempre egregiamente pronto. Ma neanche di lei sapeva molto, cosa faceva durante il giorno? In tutte quelle ore in cui era sola? Forse andava in palestra o al bar con le amiche, o rimaneva chiusa in casa? Non si ricordava neanche se avevano una signora per le pulizie o meno eppure senza Mirella non avrebbe mai potuto vivere.
Quella solitudine, quel silenzio gli facevano male, stavano scavando dentro di lui come non era mai accaduto, non aveva mai provato quel senso di angoscia che ora stava vivendo e che lo portava in un limbo di instabilità, quei pensieri lo avevano colpito come un pugile che ha abbassato la guardia, quel destro l’aveva preso in pieno e lo aveva messo K.O.
«Ehi! Hai bisogno di un passaggio, vecchio?» Quella voce giovane lo fece sobbalzare, non si era accorto dell’auto che era sopraggiunta, non riusciva a rispondere.
«Va tutto bene?» Continuò il ragazzo, un po’ preoccupato da quell’uomo ben vestito, che sembrava totalmente stranito «Ti serve un passaggio?»
«Sì, scusa, la mia macchina è in panne!» Franco salì nel posto del passeggero, spiegò dove doveva andare, il ragazzo lo rassicurò e gli diede il numero di un meccanico; finalmente si rilassò. Non vedeva l’ora di abbracciare sua moglie e di sentire sua figlia, aveva bisogno di loro, delle loro voci, delle loro storie, della loro e della sua vita. Pensò che forse stava solo diventando vecchio o che forse era colpa del luogo ma che qualsiasi fosse stata la motivazione ora si sentiva felice, sapeva cosa fare e come farlo.

venerdì 11 marzo 2016

Quattro amiche

Erano in quattro come le protagoniste di Sex and the city ma delle newyorkesi avevano proprio poco (nessun party tra personaggi famosi, né rubriche su un giornale o cene di gala, nessun riccone pronto ad andare a Parigi per riprendersele, beh neanche nessun pittore che le portasse nella città più romantica del mondo, al massimo il viaggio se lo organizzavano da sé e costringevano il marito a seguirle, però il blog quello sì, una di loro ce l'aveva), la loro vita si destreggiava tra le incombenze di mamma, moglie e lavoratrice di un qualche tipo, per fortuna che a tenerle aggiornate una dell'altra c'era whatsapp. Quella serata era nata proprio nella chat, erano troppi mesi che non si vedevano e avevano proprio bisogno di sedersi attorno ad un tavolo: da sole a chiacchierare su tutto e tutti, a raccontarsi tutte le novità che la vita stava dando ad ognuna di loro.
Marta sarebbe partita alle 21.30 da casa e le avrebbe recuperate una ad una. Sì quello era l'orario giusto per loro: bimbi a letto, cucina riassettata e pure una sistemata personale davanti allo specchio; solo lo stomaco era un po' contrario a mangiare così tardi, non era più abituato, ma una volta ogni tanto ne valeva la pena. 'Arrivo!' messaggio chiarissimo e nessuna si fece aspettare, avevano anche già deciso dove andare: un pub carino, cibo buono e vario e musica bassa così avrebbero potuto chiacchierare al meglio (ogni tanto ma proprio raramente andavano pure in discoteca fino alle 4 del mattino, ma questo non era il caso). Avevano tutte delle novità da raccontare ma Silvia era tra loro la più estroversa e chiacchierona tanto che cominciò già a parlare in auto: - Ragazze (sì, non lo erano più ma tra loro continuavano a chiamarsi così nella speranza che anche il Tempo lo capisse e tornasse indietro di una decina d'anni) ho un problema gravissimo!- Il suo tono serio preoccupò le altre, Chiara sedutale di fianco nel sedile di dietro la guardò e le disse con il tono della suora pronta ad una confessione, nella sua testa già si palesava una grave malattia, una separazione o un omicidio: - Racconta!-. - Il sesso con mio marito non funziona più!- Elisabetta e Marta dai sedili davanti scoppiarono a ridere, Silvia passava da: 'mio marito è meglio di Rocco Siffredi '(neanche lo avesse provato) a 'è già in andropausa!' - Non ridete, sono seria!- Chiara con un gesto del viso la invitò a continuare cercando di trattenere le risate. - Insomma, ormai già da qualche settimana raggiunge l'orgasmo molto prima di me e poi, bang si addormenta come un coniglio dopo aver inseminato-. - Carina l'idea del coniglio però il maiale ci sarebbe stato meglio!- Disse Marta mentre Elisabetta che in questo argomento era sicuramente la più esperta per il suo passato universitario molto vivace sentenziò: ' Con un dildo o con uno giovane risolvi ogni problema!' Lei era sicuramente la più scaltra e la più diretta! - Eli!!!!- dissero in coro le amiche in una finta riprovazione per le sue idee. - Beh non vorrete mica che rimanga insoddisfatta, almeno così si diverte, se siete troppo perbeniste per il toy boy almeno il dildo, ed evitate di fare le facce da suore che non lo siete!- Tutte e tre cambiarono di colpo l'espressione del volto e si misero a ridere. Marta prese la palla al balzo: 'Beh ragazze, visto che stiamo parlando di questo, mi hanno proposto una di quelle dimostrazioni in cui si parla di benessere della persona in particolare della donna, dove c'è un po' di tutto, anche per...- era un po' imbarazzata a parlarne- insomma per i momenti più intimi! Sì ma da un punto di vista salutistico.- si affrettò a dire. - Beh sicuramente con certi oggetti nel comodino una donna sta sicuramente meglio, rompono anche molto meno di un uomo!- rispose Eli che aveva capito già di cosa stesse parlando. - Scusa, ma cosa vendono? Quei cosi lì?' - chiese Chiara stupita.- Quei cosi lì si chiamano Dildo, a 30 anni suonati chiamali con il loro nome! Ma sì, non hai mai sentito queste dimostrazioni? Vendono anche manette e gel!- Elisabetta si stava divertendo come una pazza nelle descrizioni, le facce delle sue amiche sembravano sempre più interessate. - Ma anche gel ritardanti?- si informò Silvia – Beh, immagino di sì ma non ci sono mai stata ad una loro serata.- rispose Elisabetta un po' contrariata perché non era ben informata. - Se neanche Elisabetta c'è mai stata dobbiamo proprio organizzare!- sentenziò Chiara. - Fatta! Appena arriviamo al parcheggio mando un messaggio alla dimostratrice, così troviamo un giorno che vada bene a tutte.- disse Marta. - E chissà che mi risolva anche i problemi!- sospirò Silvia. Risero tutte e quattro, erano arrivate al pub. - Intanto potresti evitare di spogliarti quando lo fate, tieniti su un bel pigiamone in pile, vedrai che avrà molti più problemi!- disse Marta scendendo dall'auto e prendendo in mano il cellulare. - Tu fai così?- Le chiese Silvia mentre si incamminava verso l'ingresso del locale. - Anche di peggio!- rispose Elisabetta, - adesso vi racconto cosa ho combinato io l'altra notte.- La serata si prospettava frizzante e sicuramente avevano un sacco di argomenti di cui parlare.

giovedì 10 marzo 2016

il mio voto

Quella notte non ero riuscita a dormire bene, ero troppo agitata per riposare. La mattina appena avevo sentito il gallo cantare mi ero alzata, avevo aperto le imposte, il sole stava appena nascendo, era ancora presto ma ero troppo nervosa. Sono andata a prendere l'acqua e ne ho messa sul tinello, ho indossato il vestito della festa, quello delle grandi occasioni, le scarpe migliori, mi sono seduta al tavolino per lavarmi la faccia e pettinarmi. Quando sono scesa mio padre, mia madre e mio fratello erano già seduti a fare colazione, i loro sguardi al mio ingresso erano sconvolti: - Perché ti sei vestita così?- Ha chiesto mio padre con il suo tono duro. - Oggi è un grande giorno per il mondo!- Ho risposto e mio fratello si è messo a ridere: - Guarda che negli altri paesi le donne votano già!- Non poteva capire la mia gioia, ho lasciato stare, mi sono messa a mangiare un po' di pane e poi è arrivato Gianni, già non potevo andare da sola, non sarebbe stato bello a vedersi.
Finalmente ero di nuovo sola: io, un foglio di carta e una penna per scrivere. La mia mano tremava, non riuscivo a tener fermo il pennino, il mio stomaco si era occluso e piano piano una lacrima mi è arrivata agli occhi. L'emozione era così grande che non riuscii a non piangere, per la prima volta nella mia vita, ciò che pensavo contava qualcosa, sarebbe servito per delle decisioni importanti. Prima di uscire mi sono asciugata gli occhi, non stava bene piangere in pubblico. Appena fuori, Gianni era già lì che mi aspettava: 'Quanto ci hai messo!' mi ha detto. Gli ho risposto che era una scelta importante, non potevo non pensarci. Lui si è messo a ridere: 'Non sapevi già cosa votare?' 'Non ho mai votato e volevo pensarci ed essere sicura di mettere i segni al posto giusto – stava per ridere come se fossi una scema, mi fermai davanti a lui e lo guardai dritto negli occhi – tu sei sicuro di aver fatto giusto? Neanche tu hai mai votato! -Ho fatto come mi ha detto mio padre! - Non riuscivo a crederci, anche per lui era la prima volta dopo anni di fascismo e lui faceva ciò che diceva suo padre, non aveva un pensiero suo, glielo dissi, lui cominciò a borbottare qualcosa contro le donne e su cosa stava creando questa nuova forma di libertà. Salimmo in auto e non dicemmo più nulla. A casa mia entrò, avrebbe mangiato lì. A tavola Gianni, mio padre e mio fratello cominciarono a parlare delle votazioni, della politica, della guerra ma nessuno di loro nominò il voto alle donne. Sapevo che mio padre era contrario e sapevo che mia mamma era troppo in soggezione per andare a votare visto che lui non lo voleva o forse neanche lei era d'accordo: nel suo ruolo di donna di casa, capiva le preoccupazioni di un uomo ormai vecchio, per mio padre quello era solo l'inizio della fine. Mangiammo nel silenzio di noi donne, sentivo il disagio attorno a me, a quello che avevo fatto e che papà non voleva, poi verso la fine mia madre si alzò, tornò a tavola con il dolce delle feste, quello troppo costoso per una giornata tradizionale come quella. Me lo mise davanti, mi guardò negli occhi e disse: 'Oggi è un grande giorno per noi!'

mercoledì 9 marzo 2016

La formichina del dentino

Arrivati all'età scolare, ecco una nuova incombenza...la formichina del dentino.
Al primo dentino con Maddalena è andato tutto alla grande, oltretutto ha avuto diverse formichine, tutte bene informate che hanno fatto arrivare banconote di piccola taglia in piena notte, con una precisione svizzera, neanche fosse stato un ricatto. Naturalmente queste formichine dopo il primo dentino hanno deciso che non era più competenza loro o forse hanno fatto i conti sul numero di dentini che si sarebbero levati e sul numero reale e potenziale di nipoti nel prossimo futuro: insomma facendo 2+2 hanno chiuso i portafogli.
Bene, ora la formichina è rimasta una sola!
Secondo dentino, tutto benissimo...salvo che, dopo qualche settimana, Maddalena ha scoperto una scatolina d'argento con dentro i suoi primi due dentini. Alla domanda: mamma perchè ci sono i miei dentini se li aveva portati via la formichina? La prima risposta è stata: 'scusa Maddalena mi sono dimenticata di dirti che i primi li ha riportati per ricordo'. Diciamo che a volte penso che Maddalena mi creda solo per pietà nei miei confronti, forse pensa che io sia una pazza!
Ma il problema più grande è sorto al terzo dentino: la formichina, distrutta da una giornata molto intensa, si è addormentata prima di mettere il soldino, il formicone arrivato a casa più tardi non ci ha neanche fatto caso e quindi, la mattina successiva: il cataclisma...Maddalena appena sveglia corre giù (al che mi sono chiesta perchè andasse così velocemente, la formichina era evidentemente ancora molto assonnata) e torna immediatamente su disperata. Quanto mi sono sentita in colpa, dovevo rimediare. Ho rimandato Maddalena a letto, le ho detto che era prima del solito e che quindi non era ancora passata( ho ringraziato il cielo che l'orologio del salotto si fosse rotto e che Madda non si interessi ancora alla lettura delle ore). Sono corsa giù e ho cercato di risolvere il problema, dopo un po' l'ho chiamata per fare colazione. Al che la sua prima frase è stata: 'sei stata tu a metterli?' Naturalmente in quel momento avrei negato qualsiasi cosa purchè mi credesse , comunque mi ha creduto...da quel giorno non mi sono più dimenticata, o meglio la formichina è sempre stata ligia al dovere, anche nell'avere le banconote giuste nel portafogli! E così la mia bella bambina oggi è proprio sdentatina.

martedì 8 marzo 2016

SUPERMAMMA

UUUUUAAAAAAAA tutto comincia così o…tutto cambia così o forse no, cambia un po’ dopo, quando tuo marito se ne va a festeggiare con gli amici e l’infermiera ti porta una culla con dentro un esserino piccolo, piccolo e diciamolo…un po’ bruttino. Dal momento in cui lo prendi in braccio è finita: sei cambiata! Non c’è nulla da fare, non l’hanno ancora studiato ma sono convinta che in quel preciso momento cambi la genetica della donna, si trasforma, diventa M A M - M A. Possono dirti quello che vogliono: la società è cambiata, mamma e papà sono genitori a pari livello, dovremmo chiamarli genitore 1 e 2. COL CAVOLO! E’ la tua coccola che vuole quell’esserino, è il tuo seno che cerca in maniera naturale e poi…sarai tu che ti sveglierai di notte sentendo ogni minimo cambio di posizione, ogni colpetto di tosse, ogni vagito mentre il papà continuerà beatamente a ronfare e la mattina dopo vedendo due occhiaie che fanno invidia a Lerch, ti chiederà: Non stai bene? Tu spiegherai che il bimbo tossiva, piangeva e lui ti dirà: ‘Potevi chiamarmi,no?’ ‘Scemo, io ti ho chiamato, ti ho tirato per un braccio, ma tu hai solo cambiato la sinfonia del quieto russare.’
E’ così che va, diventi mamma ed ingrani definitivamente la marcia del multitasking, già prima avevi il sentore di essere più avanti di un uomo, ma ora ne hai la certezza: finito il lavoro fuori casa comincia quello in casa: baby sitter, animatrice per bambini, cuoca, collaboratrice domestica, infermiera di pronto soccorso (eh sì, ora gli infortuni sono sempre in agguato e anche ogni tipo di virus), psicologa ( dovrai capire come reagire ad ogni pianto: dal mamma fammi una coccola, al mamma mi sono fatto male, al mamma ti sto fregando, mamma l’ho combinata ma se piango sono salvo), impiegata di tutta la famiglia e dei nonni, porta borse di te stessa e di tuo marito; parrucchiera, estetista, veggente perché non sempre capire i disegni dei bimbi è semplice e quando ti chiede cosa ho disegnato, devi avere la risposta pronta; O quando devi preparare il pranzo e i tuoi figli almeno una volta alla settimana cambiano completamente le loro preferenze; personal stopper: se hai una femmina questo è il lavoro più difficile:’ Io i pantaloni neri non li voglio, sono da maschio; voglio le scarpe di Frozen; Rebecca ha la maglia di Violetta; le maglie con i brillantini sono le più belle; posso comprare questo vestitino? Posso le scarpe con il tacco; gli stivali sono più belli’; di conseguenza a ciò diventi esperta di yoga, già perché molte volte inizierai una respirazione tantrica per non avere un attacco isterico in luogo pubblico.

Quante emozioni ti fa provare quella piccola cosina che ti è cresciuta dentro, quante energie ti fa trovare in fondo al tuo corpo e alla tua mente. Addio lunghe dormite, addio momenti di noia, ora tutto vive in una corsa frenetica per arrivare a sera, per far quadrare tutti gli impegni senza dimenticarsi qualcuno a scuola o lasciare qualcun altro senza cena. Quante volte molleresti tutto? Tantissime ma non lo fai per un momento unico, un’emozione che non ha paragone quando ti dice: Mamma, sei la migliore mamma del mondo!  

lunedì 7 marzo 2016

Tetta

Ciao, mi chiamo Tetta,sì,sono proprio quella che stai guardando, quella che si mette in mostra con una scollatura che viene detta 'audace' per non usare brutte parole,parole volgari,dicono. Sono quella che ogni ragazzina spera le cresca almeno fino ad una terza piena,possibilmente accompagnata da una taglia 42 di fianche e da una pancia piatta,così mi notano di più. Sono quella che dopo una certa età comincia a cedere sotto il peso degli anni passati a non fare sport e degli ormoni che traballano in tutto il corpo; in quel momento vorresti tanto che fossi stata più piccola perché così la caduta di sarebbe notata di meno. Sono quella che viene tirata sù da un reggiseno con ferretto e push up o, per chi può, da un'operazione che mi spara fino al collo in un'improbabile posizione orizzontale e mi fa semeraro una pallina,che quando vedo un cane ho quasi paura che cominci a giocare con me. Sono quella che vedi un po' ovunque sui cartelloni pubblici ai e alla tv. E ti piace guardarmi,non ti fai grossi problemi ma sono anche quella che qualche volta scorgi in un angolo, in bocca ad un cuccioloetto d'uomo appena nato, sono quella che lì ti fa diventare rosso in volto,ti fa distogliere lo sguardo, come se quel gesto di amore materno fosse vergognoso, mostrasse un qualcosa di proibito eppure sono il nutrimento di ognuno di voi, sono la coccola della mamma al bambino. IO rendo donne le donne, IO faccio diventare ragazzine le bambine, madri le donne, IO sono sempre lì ad accompagnarla in un viaggio chiamato vita.